|Se esistono le parole per dirlo, è possibile|

Articoli con tag ‘Freud’

Diffidate dagli pseudoterapeuti

D: Con l’avvento del digitale abbiamo vissuto una dilagante diffusione di accessibilità alla produzione di immagini. Alcuni credono che questo abbia abbassato la qualità in generale della fotografia. Lei che ne pensa?

R: L’accessibilità non è il problema. Mi ricordo di quando, con l’arrivo delle macchine con l’esposimetro incorporato, e poi automatiche, molti si lamentavano che “ormai tutti potevano fare delle fotografie”. La fotografia è sempre stato un artigianato facile, accessibile. Ma anche nelle arti “difficili” i mediocri sono sempre stati la maggioranza. Non è l’accessibilità che fa la differenza. La differenza la fa la comprensione del mondo, la passione per quello che si ama o si odia, la capacità di raccontarlo, la capacità di inventare strumenti adeguati al tempo che stiamo vivendo. Altro che digitale.

Lo tengano in mente anche certi colleghi psicologi o pseudoterapeuti che dovrebbero mettere ogni tanto la testa fuori dal loro studio e smettere di ricondurre TUTTO a Sigmund Traumatizzatodalpadre Freud. Non potete continuare a vivere in un’epoca diversa da quella dei vostri paziente. Svegliatevi cazzo!

La verità sulla verità…

…sicuramente non sta nelltruth_hurtse tasche dei miei jeans.
Certo Freud poteva anche non interrompere la tirata di fumo dal suo sigaro per dire che “la verità è difficile da dire specialmente quando si deve essere brevi e con le spalle al muro”. Già Kubrick in Eyes Wide Shut esprime un pensiero più raffinato facendo dire alla Nicole Kidman che “talvolta la verità di una cosa non sta tanto nel pensiero di essa quanto nel modo di sentirla”. Alla fine, tutto sommato, la verità sulla verità, l’ha sempre avuta in tasca Caterina Caselli: la verità fa male. Porca pu****a se fa male, soprattutto quando mentiamo a noi stessi. Spesso però mentire e mentirsi, diventa una necessità. Mentiamo per non ferire altre persone e mentiamo a noi stessi per non metterci nella posizione di ammettere che abbiamo commesso degli errori o per sfuggire al nostro rimprovero… come, del resto, facevamo da bambini: dicevamo bugie per evitare sberle e castighi dei genitori.

E adesso che siamo adulti? Cosa è cambiato? Le piccole bugie continuiamo a raccontarcele.  Sono come tanti piccoli sassi che appoggiamo in terra, attorno a noi e che ci separano dalla verità. Fare un passo per scavalcare questa linea è difficilissimo, ma quando siamo dall’altra parte – dopo il disorientamento iniziale – ciò che scopriamo può essere spettacolare… e fin qui “tutto bene”, giusto? 😉