|Se esistono le parole per dirlo, è possibile|

Archivio per settembre, 2011

Viva Walter

Non sono uno scalatore. La montagna e il suo mondo sono un contesto che mi spaventa, di cui ho timore, di cui provo rispetto e di cui spesso non mi sento all’altezza. Quelle volte in cui faccio delle semplici passeggiate (perché questo è il massimo che faccio in montagna) aspetto sempre dalla Montagna un segnale di legittimazione, una sorta di lasciapassare: “Ok Giulio, puoi passare…”
Forse proprio perché conosco talmente poco questo mondo, ne sono altrettanto curioso e mi affascinano le storie e le imprese degli scalatori, il loro bisogno e la loro fame di rispettosa esplorazione. Per questo motivo, sapere che è mancato Walter Bonatti mi ha lasciato un po’ incredulo e smarrito per qualche minuto.

La sua storica impresa di scalata del K2 nel 1954 fu tra le prime cose che mi raccontò mio nonno, a cui non piaceva raccontare la favola del Pifferaio Magico o leggermi storie illustrate, ma storie di uomini che fecero la storia. Mi colpì talmente tanto la sua storia che finii per chiamare un mio peluche proprio come il suo hunza: Mahdi. Lui, Walter Bonatti, il più giovane, il più “sfigato” di una spedizione di uomini che portavano nomi da impresa eroica come Ardito Desio – detto Il Ducetto – o Achille Compagnoni, a cui per 50 anni non fu riconosciuta alcuna gloria, ma solo calunnie in un momento in cui l’Italia proprio come oggi cercava il riscatto e aveva bisogno di eroi.

“Non si può raggiungere la vetta se si procede guardando la vetta”, ma solo tenendo gli occhi su i piccoli passi e porzioni di percorso che via via facciamo. Se si procede guardando la vetta ci perdiamo il viaggio, ci perdiamo i momenti, ci perdiamo l’essenza del viaggio, che come la vita è fatta di attimi.

Ogni cosa è illuminata

“Ho riflettuto molto sulla nostra rigida ricerca, mi ha dimostrato come ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato… dall’interno guarda l’esterno, come dici tu alla rovescia… in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia vita.

Pensi che io sia bellissima? Gli chiese un giorno e si appoggiò al tronco di un acero pietrificato. No, ha detto. Questo perché tante ragazze sono meravigliose. Immagino centinaia di uomini che oggi hanno chiamato i loro amori meravigliosi ed è solo mezzogiorno. Non puoi essere qualcosa che centinaia di altri sono.
Questo è amore, pensava, non è vero? Quando si nota l’assenza di qualcuno e odi quell’assenza più di ogni altra cosa?”

Ogni storia nasce da un’assenza.

Ogni cosa è illuminata | J.S. Foer