|Se esistono le parole per dirlo, è possibile|

Articoli con tag ‘Viaggi’

Riformulare il calendario

Agosto è sempre stato un mese freddo. Avete mai sentito Giuliacci o il fù Bernacca parlare di “medie stagionali superiori alla norma” in Agosto? Ma nooo, succede solo in Giugno o Luglio. Se devo proprio dirla tutta, Agosto non mi è mai stato molto simpatico. Quando ero piccolo voleva dire conto alla rovescia all’inizio della scuola o gli esami in università, meno tempo per giocare o stare fuori con gli amici, avere l’ansia dei compiti delle vacanze che non potevano più essere rimandati (soprattutto l’anno in cui mi avevano dato matematica a settembre… mortacci), non sapere bene dove andare, cosa fare (soprattutto dopo la sagra cittadina di S. Bartolomeo), sperare che arrivasse l’inverno. Agosto era il mese in cui scrivevo lettere ad amici e amiche conosciuti in vacanza. A Settembre mi ero già rotto i cogli**i di scrivergli. Insomma, mentre Giugno e Luglio sono vibranti, Agosto odora di fine estate.

Negli ultimi anni poi Agosto si è tinto di colori surreali. E’ stato il mese in cui andavo a lavorare all’estero (Londra in primis e poi Usa); due anni fa ero in marcia verso Santiago de Compostela.

Caro Agosto, solo ultimamente ho scoperto alcuni tuoi lati tenuti nascosti. Sei anche il mese della progettualità e del desiderio di rimetterti in gioco a 360°. Diciamocelo, l’anno nuovo non inizia a Gennaio, inizia a Settembre e si porta un sacco di buoni propositi (smetto di fumare, mi iscrivo al corso di inglese, spagnolo, fotografia, cucina, nuoto, palestra, bungee jumping e bla bla bla). Agosto quindi è un po’ come Dicembre, non solo freddo (e qui sostanzio il mio esordio di post), ma può colorarsi e riempirsi di aspettative.

Lo so, è molto contorto come pensiero, per questo lo scrivo ora mentre siete tutti in vacanza e non legge nessuno 😉

Anche il sottoscritto è in vacanza e solo di passaggio a casa per mettere in lavatrice felpa e pantaloni da olandese, e tirare fuori dall’armadio racchettoni e costume da riviera romagnola.

Anche a sto giro il sottoscritto non farà come i bloggher più cool e le bloggher più fescion che pubblicano post live on-the-road, e non si porterà il suo jurassic mac book da quindici pollici.

Al suo rientro aspettatevi però uno storyboard fatto di immagini e parole delle sue/loro vacanze.

Perchè da un certo punto in poi ha iniziato a parlare in terza persona?
Non lo sa.

Agosto Agosto… finalmente ti conosco!!!

E allora via si va, via si va, si va via!

E così abbiamo deciso di partire. Dopo un lunghissimo inverno, una fredda primavera ed un’estate iniziata sotto il segno degli sbatta (concedetemi lo slang milanese) per qualcuno lavorativi, per qualcun’altro familiari, è arrivato il momento di riempire lo zaino, caricare le batterie della macchina foto, fare la playlist dell’Estate 2010, scegliere un libro, prendere l’EstaThe (rigorosamente in brick, rigorosamente al limone).
A sto giro si va in Olanda, restando qualche giorno ad Amsterdam e qualche giorno ad Utrecht, punto di partenza per esplorare la campagna olandese in bicicletta. Oltre a non essere mai stato in Olanda, la grande novità è che si tratta del primo viaggio in vita mia, da me non organizzato! 😀  Fi-ga-ta
Che bello non avere il controllo sulle cose e poterti fidare di qualcuno.

In questo momento della mia vita in cui la mia sensibilità creativa è orientata al vintage Anni Settanta – dalle sonorità, ai vecchi film, agli effetti Polaroid di fotosciop  – vi saluto con un tormentone estivo… ma che  niente ha a che fare con il waka waka.
Loro sono gli Ex-Otago che ri-arrangiano un vecchio tormentone estivo.
E dato che quest’anno non vogliamo farci mancare proprio niente, perchè non fare un salto in Riviera Romagnola andando con una bici a scatto fisso?

Pensieri, parole, opere… ed ossessioni

45744609be5c7460750044e8367450edNulla succede per caso.
Su tempo e casualità, ci hanno perso tempo (appunto) filosofi, storici, psicologi, poeti, cantautori, registi cinematografici, giovani e vecchi seduti ai tavolini di un bar davanti ad una bottiglia di rosso, fumando una sigaretta (quando si poteva), o mentre si aspettava il proprio turno a biliardo. Ogni evento acquista un senso dal momento in cui sentiamo il bisogno di attribuirgliene uno, di attribuirgli una storia.

In questo periodo di latitanza dal blog sono stato al mare (chiaramente solo qualche giorno, purtroppo), un mare che non ha diviso, ma che ha unito più che mai. Abbiamo condiviso la nascita di una bambina (sì, sì, Maria Sole, parliamo proprio di te) e l’annuncio di un bimbo che presto nascerà. Abbiamo cominciato a correre con calma adattando il proprio passo a quello dell’altro, senza cronometro in mano, ma con il solo desiderio di arrivare fino in fondo insieme. C’è chi sta cambiando casa, chi ne ha già cambiate molte e che molto presto ne avrà una tutta sua. C’è chi lascerà la casa dove ha sempre vissuto per promettere “finchè morte non ci separi” e vivere sotto un nuovo tetto con la propria persona. C’è chi tra andarsene per un lavoro sicuro e restare, ha deciso di restare e c’è chi invece ha deciso di andarsene per un po’ dalla sua famiglia, casa, amici, passato, ed andare a vivere lontano… ma non troppo.

Ciascun protagonista di questo teatro di esperienze sono sicuro che è stato a pensare e fissare, almeno per qualche secondo, il soffitto della propria camera da letto di notte, un paesaggio scorrere veloce fuori dal finestrino di un treno, il tracciato di un ecografia, la strada che corre sotto i piedi, il volto di una bimba che dorme, il nastro adesivo sugli scatoloni, il prospetto del mutuo, le nuove condizioni di lavoro, la conferma del biglietto per il volo in Germania, interrogandosi sul futuro e di come potrebbe essere alla luce di queste scelte di vita e di queste esperienze. Immaginare il futuro serve ad attutire i colpi, è la dimora delle paure più profonde, delle ossessioni più ricorrenti, e delle speranze più folli. Per questo motivo agiamo e ce lo costruiamo… non è un caso, ma un bisogno, una necessità. È quella vocina che ci chiede di vivere, di non avere rimpianti.
C’è solo una cosa da fare: ascoltarla. Allora il futuro avrà le sembianze di una casa, di un contratto di lavoro, di una nuova partenza o di un nuovo ritorno, di un bambino, di un abito bianco, di un anello, delle facce dei vecchi amici, o di lunghi capelli castano scuro e un paio di occhi verdi.

“Due biglietti, grazie…”

sky_and_balloon_by_harebrained1Eccomi qua. Un post non casuale, scegliendo una foto non casuale, in un momento non casuale, dopo una cena non casuale, con amici non casuali, dopo un periodo di tempo non casuale. Dove sono stato in tutte queste settimane? Over the Rainbow… andata e ritorno, inseguendo il Bianconiglio e il Buonconsiglio della Judy andando vedere che ci stà aldilà dell’Arcobaleno. La gran figata, è ciò che non ho trovato. Niente fantasmi del passato che ti si attaccano alle caviglie, niente ombre, ma solo un orizzonte sconfinatissimo. I grandi spazi ci fanno spesso paura, ci fanno crescere l’ansia di esplorarli perché i nostri occhi hanno bisogno di riferimenti, di trovare qualcosa di conosciuto e familiare. Nell’orizzonte in cui mi sono imbattuto non c’è niente di conosciuto… ma molto di familiare e confortevole. Non c’è ansia di esplorare o di correre. La corsa non ci fa godere il viaggio, molto meglio camminare. Sono sicuro che starete pensando “già letto e già sentito dal Frenk, ci ha fatto due palle così, sul significato del viaggio e bla bla bla”. Beh, signori miei, per chi non se ne fosse ancora accorto, questa volta non viaggio da solo 🙂 

When I walk beside her
I am a better men
when I look to leave her
I always stagger back again.

(Hard Sun, Eddie Vedder)

Note a piè di pagina 
1. Grazie a chi mi ha accompagnato “puntuale” al check-in 😉
2. Ho inserito una nuova tag, che prima non c’era, non poteva esserci: Serenità… un brindisi! 

Me-se-tas: solitudine ed enormità

Nella “pianificazione” del mio viaggio verso Santiago e non potendo, ahimè dedicare un mese intero alle ferie, sentivo che non potevo perdermi di attraversare almeno un po’ delle mesetas, ovvero la zona più arida della regione della Castiglia y Leòn. Immaginate di trovarvi lungo una strada sterrata alla cui destra ci sono coltivazioni di grano a perdita d’occhio, mentre alla vostra sinistra ci sono…coltivazioni di grano a perdita d’occhio. Non ci sono alberi sotto cui ripararsi dal sole e l’acqua delle poche fonti non è potabile per colpa dei pesticidi utilizzati per le coltivazioni di grano. Per rendere più appetitoso questo tratto (Carriòn de los Condes – Terradillos de Templarios) ho stabilito che fosse la mia prima tappa.

In questo tratto dove devi metterti in cammino prestissimo perché ciò che non ti brucia il sole te lo brucia la strada sterrata rovente, non contano le gambe. Ciò che viene messa alla prova è solo la tua testa. 28Km di nulla. 28Km di paesaggio psicoticamente sempre identico. 28Km con la mia ombra dannatamente sempre davanti a me, passo…dopo passo…dopo passo. Era come camminare sopra un allucinogeno tapis roulant da palestra.

Mentre camminavo mi è venuto in mente Coelho. Allora, facciamo un passo in dietro in modo che sia chiaro per tutti. Non ho intrapreso questo viaggio sulla scia mistica del libro di Coelho, il quale si è fatto la maggior parte del Cammino in auto e le mesetas le avrà attraversate tutte in mezza giornata con l’aria condizionata. Il suo libro l’ho preso, ho iniziato a leggerlo in viaggio, ma è stata la prima cosa di cui mi sono liberato dopo 4 capitoli. Troppo mistico e visionario, ma una frase era azzeccata con i miei pensieri di quel giorno e così me la sono trascritta sul diario.

Quando non si conosce il proprio demonio personale, egli suole manifestarsi nella persona più vicina. Il tuo demonio personale ti ha tentato in tre maniere diverse: con una minaccia, con una promessa e con l’esasperazione del tuo lato fragile. I miei complimenti: hai resistito eroicamente.

 

Beh io ho avuto per parecchi mesi un demone personale e comunque non poteva essere una persona a me vicina mentre camminavo quel giorno perché non c’era nessuno (!!!). Sono stato tentato esattamente in queste tre maniere diverse ed ho resistito eroicamente! Bella Frenk!

 

Dalla finestra dell’ostello di Terradillos, al tramonto il panorama verso occidente è impressionante: ancora campi coltivati senza fine che ondeggiano nel vento appena segnati da strade bianche che sembrano leggere cicatrici.

 

Dopo essermi fatto doccia, il bucato e dormito un paio d’ore, faccio un giro in questo paese dove ci sono ancora cicogne e donne anziane che fanno la maglia. Da una finestra aperta sento ed intravedo un televisore su MTV che trasmette “American Boy” ricordandomi che in questa gita fuori dal mondo, in realtà il mondo esiste ancora e non gliene frega niente degli sforzi fisici e mentali che ho appena iniziato ad affrontare.

In cammino verso il Cammino

There’s a feeling I get
when I look to the West
and my spirit is crying for leaving*.

Manca un giorno alla mia partenza. Non vedo l’ora. Non vedo l’ora di salire sul treno e lasciarmi alle spalle tante cose. Prima di iniziare ogni viaggio provo sempre un po’ di ansia. Dormo poco o male alla notte, sono distratto, ma questa volta (stranamente) no. Non ho prenotazioni di aerei o alberghi a cui render conto. Quando mi sposterò userò le mie gambe, treni, autobus…niente aerei. Quando vorrò riposarmi e sarò stanco, dovrò semplicemente…fermarmi.
Andrò verso Ovest, perchè la strada porta sempre verso Ovest. Seguirò prevalentemente il percorso tracciato prima di me dai pellegrini lungo il Cammino di Santiago di Compostela, ma Santiago non sarà lamia meta finale. Il viaggio è la mia meta. Ho voglia di perdermi, ho voglia di smarrirmi. Si, ancora una volta ho voglia di perdermi, per ritrovarmi. Vivere di poco, ma soprattutto voglio vivere. Voglio immergermi in odori, suoni, profumi, storie ed immagini che, spero, una volta tornato possa essere in grado di raccontarvele attraverso questo blog.
E’ si, questo blog per un po’ di tempo andrà in ferie, ed anche se non affisserò sulla serranda abbassata la data di riapertura, credetemi…riaprirà 🙂

Yes, there are two paths you can go by,
but in the long run
there’s still time to change the road you’re on*.

Perchè. La domanda fondamentale è questa, che poi si divide in una raffica di quesiti secondari. Perchè Santiago? Perchè ora? Perchè da solo? Le risposte non sono certo facili. L’idea del cammino ce l’avevo in testa da anni, sepolta in un angolo e riportata alla luce lo scorso anno dal pellegrino ErMo che mi ha letteralmente spianato la strada. Inoltre, la mia pigrizia non mi aveva mai permesso di organizzarmi concretamente, in termini di date, percorsi, ed un minimo di preparazione.

Ora sono pronto. Un biglietto di sola andata, zaino, scarponi, macchina fotografica, una storia da raccontare ed un quaderno con delle pagine bianche che aspettano solo di essere sporcate.

A presto,
G

* Stairway to Heaven, Led Zeppelin

Extreme week-end (Parte Prima)

Solo poche parole, per lasciare voce alle immagini. Innanzitutto, sono tornato e mi sono divertito un saccooo! Aaaah…ho ancora l’adrenalina in circolo…insieme ad un bel po’ di botte e feritine che mi guardo con orgoglio ed ammirazione. Sono lusingato per aver essermi aggiudicato dal gruppo il titolo di “Ragazzo del Week-end”; grazie Sommo e Potente Seminari per avermi fregiato di tale titolo 🙂

Le foto di questo post riguardano la prima giornata dedicata al canyoning. Clicca qui per la Gallery del Canyoning

Questo è solo un assaggio…

…continua…

Chi viaggia e chi resta

Non finisco mai di pensare “chi l’avrebbe mai detto…”. Ho iniziato a scrivere questo blog perché la carta, le pareti, la sabbia…la pelle, non mi bastavano più; avevo bisogno di altre superfici. Invece sto ottenendo molto di più! Uno spazio per condividere, una superficie per tutti. Avanti quindi sporcate questo “foglio”! I miei post sono solo degli spunti ma sono i vostri commenti che danno la vita a questo blog

A chi è in viaggio dico: chi viaggia senza la voglia di incontrare sé stesso, si sta solo spostando…non sta viaggiando.

A chi rimane a casa ed aspetta dico: non preoccupatevi, un viaggiatore torna sempre, perché prima o poi si torna sempre sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi accanto nuovi cammini, nuovi sentieri. Saramago, Viaggio in Portogallo (…guarda caso…)

 

Buon viaggio ErMo

Buon viaggio al mio amico pellegrino ErMo, che in questo momento è in sella al suo cavallo d’acciaio oltrepassando i valichi della Svizzera, sua nuova patria per un po’. Ti auguro in bocca al lupo per questa tua nuova avventura a Zurigo. Grazie per le parole, le serate e tutti i caffèbrancamentaghiccioeseltz che mi hai offerto in questo periodo 😉  . Da oggi sono un po’ più solo, ma sai che verrò presto a trovarti! Cià. G