Nevermind the R.E.M
Che oggi, 24 Settembre 2011 ricorresse il Ventesimo Anniversario dell’uscita di Nevermind dei Nirvana, lo sapevamo. Che i R.E.M. si sciogliessero in questi stessi giorni, io non me lo immaginavo proprio. R.E.M. e Nirvana. Michael Stipe e Kurt Kobain. Due cantanti, due personaggi, due amici le cui storie musicali e non, sono sempre state in qualche modo intrecciate tra loro. I R.E.M. erano il gruppo preferito da Cobain, i due erano molto amici e certaggente diceva pure che Stipe si fosse fatto la Curtney Love…
Io dico che questi due gruppi, oltre ad essere stati tra gli unici ad aver segnato la scena musicale rock degli ultimi trent’anni, hanno segnato me e la mia adolescenza (se nel bene o nel male…giudicatelo voi!) e ciò che sono lo devo in parte anche alla loro musica e a quello che ha significato per me.
Era l’estate del 1991 quando ascoltai per la prima volta alla radio Losing My Religion. Mi fiondo a premere il tasto REC per far partire il registratore, registrarla e poi farla sentire ai miei amici Gilli e Vane, e poi Pizza e Guasco. Arrivai al campo da calcio dell’oratorio con un walkman rosso vinto ad una pesca di beneficenza dicendo: “Oh raga! C’ho un pezzo nuovo che è una bomba!”,e come mi immaginavo la risposta fu: “Attento che non ti esploda nel c**o!”. Avevamo 13 anni e in quell’estate ci interessava solo cantare i R.E.M., inventando le parole, mentre giravamo in bici per Casale o andavamo in piscina. Aspettai Santa Lucia perché mi regalassero la cassetta di Out of Time e finalmente imparare a memoria le canzoni e altri tre anni, prima che mio padre ci accompagnasse ad un loro concerto: Monster Tour 1994 al FilaForum di Milano. Il mio primo concerto rock.
Finì l’estate. Arrivò l’inverno. Tempo di camicie di flanella fuori dai jeans, anfibi usati presi allo spaccio a Lodi, jeans che venivano via via tagliuzzati durante le ore di religione a scuola, e voglia di far crescere i capelli. Allora MTV non era lo schifo di adesso. MTV Italia non esisteva, ma dalle 17.00 alle 19.00 c’era Enrico Silvestrin che passava i video rock, punk e… grunge. E fu così che mentre aspettavo che passassero il nuovo singolo dei R.E.M., ebbi la mia personale visione.
Un idolo con una chitarra elettrica. Una Fender Stratocaster mancina tenuta insieme da nastro adesivo argento e quel riff di chitarra che è diventato uno dei più famosi, ascoltati e suonati al mondo. In quel momento avevo tutto chiaro. Dovevo imparare quel riff di chitarra. Dovevo essere Cobain. Dovevo avere delle magliette a righe, diventare mancino e farmi crescere il pizzetto. Dovevo avere un gruppo. I Nirvana erano in tre. Noi eravamo in tre. Il Vane diceva di sapere suonare la chitarra (ma solo Satisfaction), Gilli diceva che avrebbe costruito una batteria, e io avrei suonato il basso… come Krist Novoselic dei Nirvana, come Mike Mills dei R.E.M. Solo un anno dopo avrei scoperto un altro bassista… Saturnino, e poi… basso fu. Però questa è un’altra storia che ha a che fare con l’estate 1992.
“Here we are now, entertain us” e “Oh no I’ve said too much I haven’t said enough” erano le nostre parole d’ordine, scritte su muri, sui diari, incise sui banchi, sugli Invicta. Ora, dopo vent’anni, basta scambiarci un’occhiata per risentirle.
Se siete arrivati a leggere fino a qui, allora vi meritate la mia playlist, oppure scrivetemi che vi faccio una “cassettina” 😉
Imitation of life
Radio free Europe
At my most beautiful
Nightswimming
Men on the moon
Losing my religion
Shining happy people
Bad day
Supernatural superserious
What’s the frequency, Kenneth?
Everybody hurts
It’s the end of the world
Smell like teen spirit
Come as you are
In bloom
Lithium
Polly
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