|Se esistono le parole per dirlo, è possibile|

Archivio per la categoria ‘Letture’

Ogni cosa è illuminata

“Ho riflettuto molto sulla nostra rigida ricerca, mi ha dimostrato come ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato… dall’interno guarda l’esterno, come dici tu alla rovescia… in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia vita.

Pensi che io sia bellissima? Gli chiese un giorno e si appoggiò al tronco di un acero pietrificato. No, ha detto. Questo perché tante ragazze sono meravigliose. Immagino centinaia di uomini che oggi hanno chiamato i loro amori meravigliosi ed è solo mezzogiorno. Non puoi essere qualcosa che centinaia di altri sono.
Questo è amore, pensava, non è vero? Quando si nota l’assenza di qualcuno e odi quell’assenza più di ogni altra cosa?”

Ogni storia nasce da un’assenza.

Ogni cosa è illuminata | J.S. Foer

Che c’è nello zaino

FocamonacaChiavi di casa, agenda, iPod, Mac, riduttore VGA del Mac, occhiali da sole, caramelle, quadernetto da pasticciare, penne colorate e un libro. Con la riduzione del pendolarismo e lo sfidare l’urbanistica milanese in bici, sto sicuramente leggendo meno. Il libro che ho nello zaino è tuttavia un piacevole romanzo estivo: ‘Mia sorella è una Foca Monaca’ di Christian Frascella.
Il sedicenne protagonista di questo libro è convinto di picchiare forte, ma viene steso in due secondi nel cortile della scuola; non va in moto; fa lo sbruffone ma con le ragazze è totalmente imbranato… per una volta non sto parlando di me 😉

Periferia di Torino; mentre gli anni Ottanta volgono al termine, il nostro ragazzo colleziona lividi esterni e soprattutto interni, eppure continua ostinato a lanciare il suo guanto di sfida alla vita. Del resto bisogna tener duro: non è facile vedersela con suo padre – “Il Capo” – un quasi alcolista che passa tutto il tempo stravaccato sull’amaca, ad affibbiare punizioni da telefilm americano. Ed è snervante vivere accanto alla “Foca Monaca”, la sorella triste e timorata di Dio. Quanto alla madre, è scappata col tizio della stazione di servizio, e ormai si può star certi che «starà passando il tempo a farsi fare il pieno dal benzinaio». Non piange mai, il protagonista di questa storia. Piuttosto stringe i pugni, sbuffa e s’affanna, ripetendo a se stesso di essere il più in gamba, anche se la vita gliele dà ogni giorno di santa ragione; anche se le prende perfino da Chiara, la ragazza di cui s’innamora: bella, sveglia, inaccessibile a sfigati come lui  (cvd).

Il Muro di Berlino che crolla e un divertente gioco di riferimenti pop e telefilmici fanno da sfondo a questo romanzo, un Jack Frusciante da periferia che strappa il sorriso a ogni pagina, illuminato da una scrittura esilarante ma a tratti dolente, insieme cinica e romantica come il suo protagonista, che s’inserisce a buon titolo nella nobile tradizione dei perdenti di talento, come Il giovane Holden o i personaggi di John Fante.

Gli inizi per cui ne vale la pena

 

@ NYC

@ NYC

Sentiamo un po’… voi cosa fate quando volete pensare ad altro, sbattere la testa altrove o distrarvi da un tormentone che vi ronza in testa? Ok, escludiamo tutti gli agiti distruttivi ed un po’ autolesionisti come partecipare a chupiti e vodka-party vari prendendosi sbronze fotoniche, strafogarsi di cibo o buttarsi in maniera altrettanto aggressiva sul lavoro. Voi che altro fate… di sano?!?
Beh, io entro in libreria. Spesso mi ci ritrovo dentro senza essermene nemmeno accorto, e non devo necessariamente uscire avendo acquistato un libro…no, no! Entrare nelle librerie mi rilassa e mi fa stare bene; è anche una bella dose per il mio narcisismo perchè tenere un libro in mano mi fa sentire più attraente, interessante ed intelligente.
Mi aggiro tra gli scaffali, trovo un titolo che mi incuriosisce e ne leggo la prima pagina, ne leggo l’incipit.
Se trovo che l’incipt è interessante e mi incuriosisce, allora vale la pena leggerlo e scoprirlo pagina dopo pagina.
Ora, nel mio zaino ha trovato posto questo libro, “La storia di un matrimonio” di Andrei Sean Greer, e questo ne è l’incipit:  “Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo”.

 

L’ultimo guerriero delle disillusioni

“La verità ti renderà libero.
Ma solo quando avrà finito con te”.

 

Questa frase, insieme a molte altre dei suoi libri, ha fatto si che mi innamorassi della scrittura ironica, erudita e ricca di slang di David Foster Wallace.

Oggi all’età di 46 anni DFW è stato trovato impiccato nella sua camera da letto.
Da anni soffriva di depressione, un demone che ha cercato di esorcizzare proprio con l’ironia della sua scrittura così simile a quella del suo fratello d’inchiostro Chuck Palahniuk e che lo ha consacrato tra i principali rappresentanti dell’Avantpop insieme a personaggi come Tarantino e i fratelli Coen.
Il suo romanzo “Infinite Jest” nel 1996 diviene un immediato “cult” della letteratura post-moderna. Nel romanzo vengono descritte le ossessioni tipiche della società americana contemporanea: la dipendenza dalle droghe, il disagio psichico, la difficolta’ nel rapportarsi con gli altri, l’esasperata competitivita’ esemplificata dal tennis.

Nel mio periodo più nero, sul mio comodino c’era proprio uno dei suoi ultimi libri: “Considera l’aragosta”. Un racconto di come si dimena un aragosta quando viene messa a bollire e di quando l’uomo, nella sua profonda noncuranza della realtà che ci circonda si divora l’aragosta senza pensare alle immani sofferenze patite dal povero essere. Non vi dico le mie proiezioni in quei giorni.

Oggi abbiamo perso l’ultimo poeta-guerriero delle disillusioni e della verità a tutti i costi.

Letture estive

Ho da poco terminato di leggere questo libro “La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo“. Bello, straordinario e commovente. Aldilà della tematica un po’ fantascientifica, il viaggio del tempo viene affrontato come metafora dell’imprevedibilità e dello squilibrio che caratterizzano la nostra vita. Non ci sono palle. Ognuno di noi vive isolato. Anche i più grandi amanti non sono MAI completamente insieme. C’è sempre un momento, in ogni relazione, in cui uno dei due è più innamorato dell’altro, o più maturo, o più presente.
Questo libro racconta proprio questo.
G

La solitudine dei numeri primi

…per me…è il libro dell’anno!

Come abbiamo imparato alle scuole medie, nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno. Se ne stanno come tutti gli altri schiacciati tra due numeri, ma hanno qualcosa di strano, si distinguono dagli altri e conservano un alone di seducente mistero che ha catturato l’interesse di generazioni di matematici. Fra questi, esistono poi dei numeri ancora più particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti “primi gemelli”: sono due numeri primi separati da un unico numero. L’11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43… A mano a mano che si va avanti questi numeri compaiono sempre con minore frequenza, ma, gli studiosi assicurano, che anche quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatterà in altri due numeri gemelli, stretti l’uno all’altro.

Beh, io comincio a contare…