Chiavi di casa, agenda, iPod, Mac, riduttore VGA del Mac, occhiali da sole, caramelle, quadernetto da pasticciare, penne colorate e un libro. Con la riduzione del pendolarismo e lo sfidare l’urbanistica milanese in bici, sto sicuramente leggendo meno. Il libro che ho nello zaino è tuttavia un piacevole romanzo estivo: ‘Mia sorella è una Foca Monaca’ di Christian Frascella.
Il sedicenne protagonista di questo libro è convinto di picchiare forte, ma viene steso in due secondi nel cortile della scuola; non va in moto; fa lo sbruffone ma con le ragazze è totalmente imbranato… per una volta non sto parlando di me 😉
Periferia di Torino; mentre gli anni Ottanta volgono al termine, il nostro ragazzo colleziona lividi esterni e soprattutto interni, eppure continua ostinato a lanciare il suo guanto di sfida alla vita. Del resto bisogna tener duro: non è facile vedersela con suo padre – “Il Capo” – un quasi alcolista che passa tutto il tempo stravaccato sull’amaca, ad affibbiare punizioni da telefilm americano. Ed è snervante vivere accanto alla “Foca Monaca”, la sorella triste e timorata di Dio. Quanto alla madre, è scappata col tizio della stazione di servizio, e ormai si può star certi che «starà passando il tempo a farsi fare il pieno dal benzinaio». Non piange mai, il protagonista di questa storia. Piuttosto stringe i pugni, sbuffa e s’affanna, ripetendo a se stesso di essere il più in gamba, anche se la vita gliele dà ogni giorno di santa ragione; anche se le prende perfino da Chiara, la ragazza di cui s’innamora: bella, sveglia, inaccessibile a sfigati come lui (cvd).
Il Muro di Berlino che crolla e un divertente gioco di riferimenti pop e telefilmici fanno da sfondo a questo romanzo, un Jack Frusciante da periferia che strappa il sorriso a ogni pagina, illuminato da una scrittura esilarante ma a tratti dolente, insieme cinica e romantica come il suo protagonista, che s’inserisce a buon titolo nella nobile tradizione dei perdenti di talento, come Il giovane Holden o i personaggi di John Fante.
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